Unknown


Per pochi istanti sono più vicino a te
 



Non partire…







Chi se ne importa di perdere l’aereo… dove sei?
 



Non partire…



Poi il silenzio…



… una porta si chiude alle mie spalle, un tonfo sordo in un vano scala deserto.



Non sono vestita in modo elegante, ma devo andare, devo fare presto… L’ascensore è occupato, prendo le scale, non posso aspettare…
Io corro, corro più che posso. Faccio gli scalini velocemente e finalmente sento il freddo della sera avvolgermi il viso.



Non partire…
 



…Dove sei?





Un fiume di gente mi viene addosso, nei loro ingombranti cappotti tornano al tepore delle loro case, ma io devo correre e loro non mi fermeranno… non questa volta. Continuo ad andare, come un salmone che risale il fiume, controcorrente, ma sicura che quella è la via giusta.



Non partire…



Un pensiero fisso… che vola in alto e si disperde in questa notte d’inverno, come questo rivolo di vapore che fuoriesce dalle mie labbra, socchiuse, mentre le guance si infiammano… Mi manca il fiato, ma sono su questo treno, appena in tempo, prima che le porte si chiudano.



Prendo fiato, ma spingerei io stessa questo treno per andare più in fretta…
… ho dimenticato l’orologio, non so che ore sono.



Non partire…



Fremo all’apertura delle porte… sono la prima a scendere, però mi ritrovo disorientata, non so dove andare… panico…



Dove sei?
 



Dove sei?
 



Urla più forte e supera questo frastuono di voci, di passi, di voli annunciati… ancora più forte affinché io possa sentire la tua voce, lascia che questa mi guidi… Riprendo a correre, non ho tempo di preoccuparmi delle imprecazioni della gente che supero in modo irruento, mi limito ad un "mi scusi", ma sono già lontana… più vicino a te…



Non partire… non ancora…
 



Dove sei?





Mi fermo… le mie gambe protestano, dovrei tenermi in allenamento, ma i miei occhi non sono ancora stanchi e corrono sui volti della gente, sguardi fuggenti… come farò a riconoscerti, io che il tuo volto lo conosco appena?
Poi… fra tanti sguardi uno si posa su di me, l’unico sguardo che mi aspettava… sei lì davanti a me…



Sono qui!



Sei qui!



Sorrido, mi sorridi… ma mentre mi appresto a fare il primo passo verso di te un volo viene annunciato e un fiume di gente travolge me e travolge te… vedo i tuoi occhi allontanarsi.
Non riesco a farmi spazio tra la gente, perdo la mia direzione… e quando tutto si calma, tu non ci sei più…  



Rimango inerme… non so che fare. Eppure eri lì… mi avvicino alla grande vetrata, un aereo si appresta a decollare, non so se è il tuo oppure no… ma continuo a seguirlo con lo sguardo fin dove mi è possibile, la mia mano si posa sul freddo vetro per pochi istanti, poi scivola in tasca.



Non mi resta che tornare a casa.

Cammino lentamente, mentre un sorriso mi solca il viso: so che prima o poi riusciremo a sfiorarci, non so quando, non so come, ma succederà…



A presto…
 



 






*§* Blumoon *§*
"dedicato a… "
Unknown


Momenti che scorrono,
fatti che accadono in ogni dove,
decisioni che ti portano distante,
e sentirsi… così limitati.



Affetti che sorridono lontani dal tuo sguardo…
Conoscenti che piangono mentre non ci sei…
Vite che nascono a tua insaputa…
Eventi che accadono alle tue spalle senza che tu te ne accorga…





Carne immobile,
carne limitata che non sa sdoppiarsi.
Mente che non prevede,
mente distratta.



Attimi inesorabili,
attimi che non si ripropongono.
Tempo lampo,
tempo che non dà scampo.



Eventi maledettamente improvvisi,
eventi irrimediabilmente persi.





… E tu perdi …



Vivi, ma stai perdendo.



Domande a volte ti assalgono.
Frasi sconvolgono i tuoi pensieri.
Ma questa è la vita.
I cari si perdono,
ma ne rimarrà vivo il ricordo in te.





Dedicato a coloro per i quali non ci sono stato.



Marril

Unknown




Il cuore muore di morte lenta, perdendo ogni speranza come foglie, finché un giorno non ce ne sono più.



Nessuna speranza.



Non rimane nulla.



Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.



I suoi occhi sono acqua profonda.



Non è per una geisha desiderare.



Non è per una geisha provare sentimenti.



La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene.



Tutto quello che volete.



Il resto è ombra.



Il resto è segreto.



(tratto da "Memorie di una Geisha")





Siamo tutti destinati ad amare ed essere amati,
come narra il mito della mela di Platone?
O esiste chi l’amore può solo sfiorarlo,
destinato a viverlo come uno spettatore
di un palcoscenico che non è la propria vita?
Si può realmente mettere il proprio cuore sotto chiave
e far finta di nulla?

Continuo a chiedermelo. . .



*§* Blumoon *§*


Unknown


Ecco che si apre il sipario…
in alto il sole presenta l’esistente,
il cielo celeste fa da cornice
mentre il mare con i suoi riflessi ci introduce.



Le celestiali acque brillano di oro,
increspate dal giocondo Eolo,
mentre si infrangono con la prima roccia
preludio di uno sguardo pronto ad indagare l’ignoto.

La costa sorprende…
ora a strapiombo marronea cala nel mare,
ora biondo si adagia alle sponde,
infine civilizzata accoglie i viandanti.



L‘isola si erge.
Ecco le sue molteplici forme
mentre sconosciuta, spoglia e temuta si avvicina
… immensa, nasconde il proprio segreto.



 



Terra spoglia e delusa
silente, ma fiera
vanto della propria innocenza
feconda detentrice della sua storia.



Guardate, stranieri, le prospere terre
ammirate la natura selvaggia che reco nel cuore
incantatevi per le mie sponde
qui, ove il sole coccola e il caldo tarda ad allontanarsi.



Non cercate i grattaceli,
quelli li trovate d’altra parte,
qui è loco di natura
ove solo l’essenza trae sostanza.



Rude la vita prospera
pone difficoltosa le sue scelte,
indurendo le menti delle genti,
ma regalandone sincerità.





Non troverete eccentricità
qui dove l’esistente è scioccante più di ogni altro.
Terra, odore e sapore è il nostro splendore
consapevoli che intorno v’è già il tesoro.



Snobbata e maltrattata,
pensano di far tutto con me.
Eppure scarna e fiera ancora mi presento
perché nell’essere senza mura che grido la mia libertà.



Quattro sono i mori
che distinguono ciò che sconosciuti non possono comprendere
per chi si scandalizza della semplicità
per chi non comprende l’onestà.



Ecco perché poi lentamente si avverte
come fa qui l’animo ad assumere maggior magia…
Forse perché solo nuda e senza fronzoli
lo spirito mostra il proprio splendore.





Impari che non nelle vane cose vi è l’essenza:
la spoglia collina penetra più che un paio di lenti,
la solare luce accarezza l’erba più che la macchina,
mentre ogni mio tramonto accompagna amori.



Persino gli irraggiungibili provano a strappare il mio semplice splendore
fogge luccicanti, auto di festa, fregate provano a sfidare mare, monti e cielo
come se quei sciocchi volessero far propri il naturale fascino,
ma mai eguaglieranno l’intimo splendore della mia nudità.



Sull’isola le dame mostrano l’essere
l’essenza di una fiera forza che ogni giorno si mostra.
Sorrisi regalati agli stolti,
nel semplice donare sbeffeggiano l’altrui inaudito egoismo.



Lode a terra e donne che sanno regalare
e nell’assaporare inerti i venti della vita fanno loro la gloria.
Luce che segna silente gli umili uomini
i quali insegnano la fatica della durezza.





 Sponde rifiutate,



che lentamente si sono presentate



e infine sono state amate.



Ora che tu vai…



…porta in te quello che per sempre amerai,



perché mai smetterai.



- Marril -

Unknown


Momenti in cui ti perdi in un sorriso.
Attimi in cui le espressioni si distendono.
Istanti mentre sguardi.. dolci... si incrociano.



 Ci sono secondi nella nostra vita che ci appaiono infiniti
una leggera brezza che in breve svanisce,
ma che ci solca eternamente l’anima.





Quando il mondo intorno rallenta
quando i suoni estranei si ovattano
quando la luce si focalizza solo su di te
quando avverti solo il respiro dell’altro
quando gemiti accompagnano la melodia di chi ti è accanto
quando la pelle freme al contatto con la sua simile
quando le mani scoprono nuove curve, che già senti appartenerti
quando la danza, in sincronia, non ti affatica
quando i corpi si stringono e si muovono all’unisono
quando tutto è doppio eppure... unico ...
quando il tuo calore è il suo e viceversa
quando brami le rosee labbra,
ma in realtà già ti sono concesse



quando il fuoco non accenna a spegnersi,
alimentato dall’ardore di uno… poi dell’altro
quando gli sguardi si perdono,
pur sapendo bene ove guardano
quando ogni cosa sembra così evanescente
ed invece è così incredibilmente reale
quando tutti i nostri sensi non bastano
quando insieme non distinguono vero da sogno
quando i silenzi non sono mai stati così profondi
quando le parole segnano.. senza che te ne accorgi
quando tutto è così delicato, ma immensamente grande
quando luna e stelle si concentrano in semplici gesti...



...ecco che l’eterno diventa l’istante



il momento per cui hai sofferto tutta la vita



e per cui sarai disposto a soffrirne ciò che rimane.



 - Marril -

Unknown



Ho creduto che bastasse qualche goccia di pioggia, per cancellare lo sporco di questa città. . .





Ho creduto che bastasse un sorriso, per cancellare la paura. . .



 Ho creduto che bastasse un lacrima, per cancellare un dolore. . .



. . .Ho creduto. . .



 
ma ora dubito che per cancellare un sentimento basti. . .



. . .dimenticare.
 



*§* Blumoon *§*

Unknown


Passi scanditi senza tonfo;
 passi che non lasciano orme;
passi che percorrono vie buie;
passi che seguono sentieri non battuti;
passi dimenticati e persi;
passi di un cammino che non si sa dove porterà;
passi di una stella cometa splendente, ma spenta;
passi diretti in avanti. . .
. . .verso una direzione che non porta in nessun posto. 





 Scia di un percorso in un tetro universo;
scia che segna il passaggio del fiero astro;
scia che spera di sconvolgere l’oscurità;
scia che cerca di segnare una via;
scia che vuole trovare una meta;
scia che inesorabilmente svanisce cancellando la propria traccia;
scia evanescente, che nessuno più riconosce;
scia soffocata dall’incedere del vuoto;
scia che di fatto è come se non ci fosse mai stata. . .
Avete mai pensato di percorrere con convinzione una strada?



 Direzionare senza alcuna esitazione i passi. . .
non cedere neanche per un istante all’incertezza
e accorgersi che qualcosa, indipendente da te, è cambiato. . .
Avere la sensazione che il sentiero svanisca,
che la luce abbandoni la vista,
che gli alberi, al proprio fianco, appassiscano,
che i palazzi all’orizzonte crollino
e che tutto, improvvisamente, si riduca a un mero deserto.



Eppure non abbiamo mai esitato
mai abbiamo deviato lungo altri passaggi.
Ma. . . improvvisamente non vi è più destinazione,
qualcosa ha annientato la nostra città. 





 Forse si dovrebbe pensare alla sconfitta . . .
Forse cocciuti come la pietra bisognerebbe proseguire,
cercare una nuova casa anche se non la si vede . . .
segnare di proprio pugno direttrici mai esistite:
piegare, segnare e plasmare l’esistente . . .
. . . affinché mai si dica che un uomo si sia arreso. 





  *§* Marril *§*

Unknown


Un segno, una piccola indicazione da interpretare e capire. . .
. . . capire ed interpretare per andare avanti nel cammino di questa vita.
Non è facile decidere che strada prendere davanti ad un bivio e se poi le strade sono molteplici ci si sente totalmente disorientati. . .



Cosa si lascia dietro le spalle
e quale avventura ci aspetta nel futuro. . .
. . . una scelta per essere felici, ma dove sta la felicità?



Si pretende di essere artefici del proprio destino: forse lo siamo, forse non del tutto, forse. . . non lo siamo per niente. Fatto sta che si finisce per desiderare, alle volte, un messaggio che ci indichi la via. . .  



seppur alla fine non sapremo mai valutare
se questo "segno" si sia verificato
per caso o per destino?



Non sono mancate le volte in cui mi sono detta: se una cosa è successa è perché da quella cosa dovevo imparare qualcos’altro; se è successa era giusto che le cose andassero così, ma non credendo in un grande disegno mi ripetevo che queste affermazioni altro non erano che giustificazioni rivolte, prima di tutto, a me stessa.



Forse come c’è un perché, rispettivamente, c’è anche una risposta. . .
Eppure continuo a chiedermi:
se a tutto c’è una risposta,
sapremo davvero, al momento giusto,
comprenderne il significato?



Mentre me lo chiedo guardo il mare e resto incantata dal volo dei gabbiani. . .
Vorrei come un gabbiano spiccare il volo verso il cielo più blu.
Vorrei come un gabbiano danzare sulla superficie dell’acqua, sfiorarla appena.
Vorrei come un gabbiamo raggiungere le mete che più desidero in un battito d’ali.
Vorrei come un gabbiano essere libera, seppur la libertà è qualcosa a cui miriamo per evadere dalla prigione di noi stessi.





Blumoon



* * * * * * * * * * * *
Preghiera di uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me. Signore Buon Dio, abbiate pazienza, sono di nuovo io. 
Dunque, qui le cose vanno bene, chi più chi meno, ci si arrangia, in pratica, si trova poi sempre il modo di cavarsela, voi mi capite, insomma, il problema non è questo.
Il problema sarebbe un altro, se avete la pazienza di ascoltarmi.

Il problema è questa strada, bella strada questa che corre e scorre e soccorre, ma non corre diritta, come potrebbe e nemmeno storta come saprebbe, no.
Curiosamente si disfa. 
Credetemi (per una volta voi credete a me) si disfa.
Dovendo riassumere, se ne va un po’ di qua, un po’ di là, presa da improvvisa
libertà.

Chissà. 
Adesso, non per sminuire, ma dovrei spiegarvi questa cosa, che è cosa da uomini, e non è cosa da Dio, di quando la strada che si ha davanti si disfa, si perde, si sgrana, si eclissa, non so se avete presente, ma è 
facile che non abbiate presente, è una cosa da uomini, in generale, perdersi.

Non è roba da Voi.
Bisogna che abbiate pazienza e mi lasciate spiegare.
Faccenda di un attimo.
Innanzitutto non dovete farvi fuorviare dal fatto che, tecnicamente parlando, non si può negarlo, questa strada che corre, scorre, soccorre, sotto le ruote di questa carrozza, effettivamente, volendo attenersi ai fatti, non si disfa affatto.
Tecnicamente parlando. 
Continua diritta, senza esitazioni, neanche un timido bivio, niente.
Diritta come un fuso. Lo vedo da me. Ma il problema, lasciatevelo dire, non sta qui. Non è di questa strada, fatta di terra e polvere e sassi, che stiamo parlando. La strada in questione è un’altra. E corre non fuori, ma dentro. Qui dentro.



Non so se avete presente: la mia strada.



Ne hanno tutti una, lo saprete anche voi, che tra l’altro, non siete estraneo al progetto di questa macchina che siamo, tutti quanti, ognuno a modo suo.
Una strada dentro ce l’hanno tutti, cosa che facilita, per lo più, l’incombenza di questo viaggio nostro, e solo raramente, ce lo complica.
Adesso è uno dei momenti che lo complica.
Volendo riassumere, è quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c’è più.
Succede, credetemi, succede. E non è una cosa piacevole.
Io credo che quella vostra trovata del diluvio universale, sia stata in effetti una trovata geniale. Perché a voler trovare un castigo, mi chiedo cosa sia meglio che lasciare un povero cristo da solo in mezzo a quel mare. Neanche una spiaggia. Niente. Uno scoglio. Un relitto derelitto. Neanche quello. Non un segno per capire da che parte andare, per andarci a morire.
So perfettamente qual è la domanda, è la risposta che mi manca.
Corre questa carrozza, e io non so dove.

Penso alla risposta, e nella mia mente diventa buio. Così questo buio io lo prendo e lo metto nelle vostre mani.
E vi chiedo Signore Buon Dio di tenerlo con voi un’ora soltanto, tenervelo in mano quel tanto che basta per scioglierne il nero, per scioglierne il male che fa nella testa, quel buio nel cuore, quel nero, vorreste?
Potreste anche solo chinarvi, guardarlo, sorriderne, aprirlo, rubargli una luce e lasciarlo cadere che tanto a trovarlo ci penso poi io, a vedere dov’è. 
Una cosa da nulla per voi, così grande per me.

Mi ascoltate Signore Buon Dio?
Non è chiedervi tanto, è solo una preghiera, che è un modo di scrivere il profumo dell’attesa.
Scrivete voi dove volete il sentiero che ho perduto.
Basta un segno, qualcosa, un graffio leggero sul vetro di questi occhi che guardano senza vedere, io lo vedrò.
Scrivete sul mondo una sola parola scritta per me, la leggerò.
Sfiorate un istante di questo silenzio, lo sentirò.
Non abbiate paura, io non ne ho. E scivoli via questa preghiera con la forza delle parole, oltre la gabbia del mondo, fino a chissà dove.
Amen 



(A. Baricco – tratto da Oceano Mare)



* * * * * * * * * * * *